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Due come noi
02:55
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Prendimi, spogliami, poi mettimi da parte ascoltami, senti qui
guarda su, guarda giù, poi guardami negli occhi sono qui, ancora io
E non mi dire che siamo abituati bene a dire che non siamo abituati bene però è sicuro che spesso conviene dirci, non ci abitueremo mai
Perché due come noi, forse lo sai, non hanno già il futuro resti un po’ qui e non te ne vai mai
due come noi, forse lo sai, non piacciono a nessuno passa di qui o non passerai mai
Parlami, ascoltami, poi mettimi da parte tutte le parole che ti sembrano vere
E non mi dire che siamo abituati bene a dire che non c’è mai nulla oltre il mare qui però è anche vero che è bello tornarci, e che non ci abitueremo mai
Perché due come noi, forse lo sai, non hanno già il futuro resti un po’ qui e non te ne vai mai
due come noi, forse lo sai, non piacciono a nessuno passa di qui o non passerai mai
Il mare, le vele, la notte, la secca, la strada sbagliata, la solita storia
tu esageri sempre, io non esagero mai
e a quello che vedo non credo per niente, ma quello che sento succede davvero restiamo distanti che vicini non siamo stati mai
Perché due come noi, forse lo sai, non hanno già il futuro resti un po’ qui e non te ne vai mai
due come noi, forse lo sai, non piacciono a nessuno passa di qui o non passerai mai
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2. |
Come si fa
02:25
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Parlami più piano, prendi questa mano, stringila di più, poi guardiamo su
tu rimani stella, che io sono cometa
Lo so che sembra molto facile, restare immobili a brillare che anche se hai il combustibile, non sai come fare
e poi nemmeno che sia semplice, continuare a cadere
E chi l’ha detto che eravamo seri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo seri oh seri oh
e chi l’ha detto che eravamo veri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo veri oh veri oh
E le emozioni coincidono, e le distanze si uniscono e la pressione svanisce, resta la cicatrice
resta la luna appesa, solo una luce accesa
E tu ti sei mai chiesta come si fa, a continuare a ricordare, a non perdere il filo mai, e a riuscire a lasciarsi andare
e tu ti sei mai chiesta come si fa, a continuare a cadere
E chi l’ha detto che eravamo seri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo seri oh seri oh
e chi l’ha detto che eravamo veri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo veri oh veri oh
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3. |
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Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso
Questa chitarra smetterebbe di suonare, e non potresti più ballare
Su questa cassa che ti batte il tempo, con quelle scarpe che ti stanno di incanto
Se questo accordo fa vibrare il mondo, lo senti è inutile ma è troppo bello
Non scatteresti più fotografie, se non per ricordarti quel che devi fare
Non mangeresti più per stare con qualcuno, ma solamente perché hai fame
Non viaggeresti più, se non per arrivare, e tutto quello che sta tra la partenza e il traguardo Lo perderesti di vista come quel tale, che per soldi ha venduto il suo tempo a un altro
E non potresti avere voglia di lamponi, non fisseresti più la luce dei lampioni Che nella notte oltre che illuminar le strade ci ricordano che non siamo mai soli
Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso Pure la banda di suonare, e non potresti più cantare
E non potresti fare a meno di notare, che senza musica tutto è più vuoto
Che senza storie inutili da raccontare, che senza la tua pelle, mi manca il fiato Che senza la domenica mi sento solo, che senza le vertigini non spicco il volo Che senza la potenza di certe canzoni non sarebbero possibili, le rivoluzioni E ho fatto un giro su me stesso, solo perché lo avevi chiesto
Da li ho capito che invertire il senso qualche volta ha senso lo stesso
Da lì ho capito quello che dicevi, anche se non stavo ascoltando
Da lì ti ho vista che mi sorridevi, e fuori che stava piovendo
Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso
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4. |
Una tana
02:32
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E sono alberi che corrono veloci sulla mia destra
io che conto i minuti che aspetto
di ritrovarti immobile punto e basta
che se fossi restato con te, tu non avresti mai di certo preferito la nostra storia a un nuovo invito
così per scrupolo mi son fatto da parte, ho messo in tasca le mie carte
Mi sono innamorato di te, ed è banale lo so già
ma ormai ho dimenticato tutto quanto ho imparato
e ora mi sento come un animale, che trova nel tuo odore una tana, una casa
E avevo preparato tutto quanto, avevo appeso alle pareti solo i quadri più leggeri nel caso in cui poi fossero caduti nel cadere, per la botta, non perdessero i colori e avevo già visto persino la strada tortuosa per casa mia
ma poi ho incontrato te ed ho smesso di sognare
perché ho cominciato a vivere e così sia
Mi sono innamorato di te, ed è banale lo so già
ma ormai ho dimenticato tutto quanto ho imparato
e ora mi sento come un animale, che trova nel tuo odore una tana, una casa
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5. |
Qualcosa cambiare te
02:56
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E adesso provo a usare solo le parole
le note stavolta le lascio a chi sa cantare
mi stendo comodo su questi suoni che rimbalzano tra le pareti e portano i pensieri su pianeti in orbita tu invece cominci a saltare, cominci a capire
che non c’è un inizio e una fine
nemmeno un confine tra quello che vedi e quello che puoi immaginare
come quando da piccolo, chiedevi risposte ai cani e alle piante
mentre adesso le cerchi al telefono, ascolti distratto da un autoparlante cinese
che hai comprato da un Senegalese
su una spiaggia in Sardegna
ma fuori stagione che sai si sta meglio che l’aria è più fresca ed il mare è comunque turchese
e ti senti confuso? qualche volta ti senti anche perso?
ma ti pare normale poter trattenere in un pugno l’intero universo?
ma ti pare che ancora, abbia senso studiare parole a memoria?
accettare che meno esperienza significhi meno considerazione?
non ti senti coglione, e non ti vedi truffato?
a guardare la stessa serie, la stessa sera, con lo stesso cane
e per di più hai pagato
È che avevo iniziato a parlare ma senza intenzione polemica
poi ti ho visto arrivare, mi sono spaventato, mi è scesa a terra la mandibola non parliamo di me, che riciclo le frasi degli altri
e la sera, da solo, mi sento un eroe con la penna e combatto nemici distanti che “distante” non è solamente un concetto, ma piuttosto una forma mentale è che a forza di stare distanti pensiamo di avere sempre ragione
ci guardiamo allo specchio, e sappiamo di avere ragione
poi parliamo da soli, e crediamo di avere solo ragioni.
“Quella storia è talmente distante, che comunque non può toccarmi”
quante volte hai pensato sta frase, quante volte nei panni degli altri
quante volte negli anni hai provato davvero a cambiare qualcosa
o hai lasciato piuttosto che fosse qualcosa a cambiarti?
Qualcosa cambiare te
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6. |
Il sogno
03:01
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Eravamo cambiati, eravamo cresciuti noi
portavamo due maschere una da lupo, una da cinghiale Tu non avevi più soldi, io non riuscivo a seguirti
ma sapevamo entrambi benissimo, da che parte andare
E non avevamo più i confini, e non avevamo più un domani e non avevamo più nemmeno le mani con cui trattenerli
io che ero sempre in ritardo, a te bastava uno sguardo
ma sapevamo anche senza dircelo, da che parte stare
Ed eccoci a cercare un’aldiqua
in questa notte piena d’aria
Ed eccoci a decidere che il tempo che verrà sarà una storia che continua
Eravamo vicini, anche quando stavamo distanti
lo siamo stati anche quando han provato a convincerci, che eravamo già grandi Io che ero senza memoria e tu, odiavi proprio la storia
ma sapevamo entrambi benissimo, cosa ricordare
E nelle scarpe avevamo parole, e frasi da costruirci correndo
ad ogni ostacolo un salto, l’aria, il vuoto poi di nuovo il cemento
Io che ero senza ammortizzatori, tu da sempre attenta a non pestare fiori lo sapevamo anche senza dircelo
Ed eccoci a cercare un’aldiqua
in questa notte piena d’aria
Ed eccoci a decidere che il tempo che verrà sarà una storia che continua
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7. |
Il necessario
03:39
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E finalmente hai tutto quanto il necessario per poter restare qui da noi Abbassa il tono della voce ma ad orari ben precisi puoi gridare quanto vuoi E prendi pure ma, lo sai la scelta è limitata
È quello che guadagni a stabilire quel che sogni, quel che puoi volere
E puoi guardare il sole tramontare anche alle quattro di mattina
Fare la spesa mentre stai ancora nel letto con i minuti che hai messo da parte prima Tuo nonno aveva solo un modo, a te, li diamo tutti in un secondo
Se riesci a non perdere il ritmo e a non rallentare
Che più pretendi e meno fai, e più ti chiudi dentro i fatti tuoi Più sei convinto non sia tua la colpa
E più produci e meno dai, e più ti perdi in mezzo ai fatti tuoi Più sei sicuro non sia tua la colpa
E se hai bisogno di un nemico con cui scontrarti quello te lo offriamo noi Potrai combatterlo, vederlo abbattersi, sfogarti su di lui
Puoi scegliere persino da che parte stare, puoi stare zitto e non fiatare Puoi metterti comodo o appenderti in bilico
Che più pretendi e meno fai, e più ti chiudi dentro i fatti tuoi Più sei convinto non sia tua la colpa
E più produci e meno dai, e più ti perdi in mezzo ai fatti tuoi Più sei sicuro non sia tua la colpa
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8. |
19919
03:10
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Non riesci più a capire le parole
Non riesci più a distinguerne il sapore Se non insisti più, che cosa resta? Soltanto un’altra giostra senza festa.
E sono tutti attenti alla direzione
E stanno tutti pronti in posizione
Ma se ci pensi a volte è più importante il come
Perché è più facile parlare che ascoltare Perché è più facile cambiare spesso posizione Perché è più facile tenere duro e basta
Ed è quasi impossibile evitare la contraddizione
Ed è difficile imparare ad annoiarsi
Ed è più comodo lasciare agli altri
Ma a volte comodo vuol dire schiavo
A volte una farfalla può sembrarti un drago...
Ma qui c’è già chi ti saprà insegnare A costruire pesci con la legna
A calcolare l’area di un quadrato Soltanto dopo aver fumato un po’
E c’è chi dolce ti saprà guardare
Con gli occhi belli e calmi di una nonna
Chi con il suo entusiasmo ti offrirà un bicchiere E ti racconterà di nuovo tutta la tua storia
C’è chi ti morderà, ma poi farà le fusa Chi ti preferirà persino alla sua motosega C’è chi ti vizia già vestendoti di rosa
Chi fa due volte colazione nell’attesa
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Edoardo Chiesa Varazze, Italy
Edoardo Chiesa nasce nel 1985 e da quando ha dieci anni studia chitarra prima classica e poi moderna.Approfondisce il
linguaggio del rock, del blues e del jazz con il maestro Marco Cravero. Dal 2011 insegna chitarra moderna.
La sua passione per la musica cantautorale e per i racconti di ogni genere lo portano a centrare il suo interesse verso il songwriting.
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