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A quello che vedo non credo per niente

by Edoardo Chiesa

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1.
Due come noi 02:55
Prendimi, spogliami, poi mettimi da parte ascoltami, senti qui guarda su, guarda giù, poi guardami negli occhi sono qui, ancora io E non mi dire che siamo abituati bene a dire che non siamo abituati bene però è sicuro che spesso conviene dirci, non ci abitueremo mai Perché due come noi, forse lo sai, non hanno già il futuro resti un po’ qui e non te ne vai mai due come noi, forse lo sai, non piacciono a nessuno passa di qui o non passerai mai Parlami, ascoltami, poi mettimi da parte tutte le parole che ti sembrano vere E non mi dire che siamo abituati bene a dire che non c’è mai nulla oltre il mare qui però è anche vero che è bello tornarci, e che non ci abitueremo mai Perché due come noi, forse lo sai, non hanno già il futuro resti un po’ qui e non te ne vai mai due come noi, forse lo sai, non piacciono a nessuno passa di qui o non passerai mai Il mare, le vele, la notte, la secca, la strada sbagliata, la solita storia tu esageri sempre, io non esagero mai e a quello che vedo non credo per niente, ma quello che sento succede davvero restiamo distanti che vicini non siamo stati mai Perché due come noi, forse lo sai, non hanno già il futuro resti un po’ qui e non te ne vai mai due come noi, forse lo sai, non piacciono a nessuno passa di qui o non passerai mai
2.
Come si fa 02:25
Parlami più piano, prendi questa mano, stringila di più, poi guardiamo su tu rimani stella, che io sono cometa Lo so che sembra molto facile, restare immobili a brillare che anche se hai il combustibile, non sai come fare e poi nemmeno che sia semplice, continuare a cadere E chi l’ha detto che eravamo seri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo seri oh seri oh e chi l’ha detto che eravamo veri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo veri oh veri oh E le emozioni coincidono, e le distanze si uniscono e la pressione svanisce, resta la cicatrice resta la luna appesa, solo una luce accesa E tu ti sei mai chiesta come si fa, a continuare a ricordare, a non perdere il filo mai, e a riuscire a lasciarsi andare e tu ti sei mai chiesta come si fa, a continuare a cadere E chi l’ha detto che eravamo seri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo seri oh seri oh e chi l’ha detto che eravamo veri, e chi l’ha detto che eravamo noi e chi l’ha detto che eravamo veri oh veri oh
3.
Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso Questa chitarra smetterebbe di suonare, e non potresti più ballare Su questa cassa che ti batte il tempo, con quelle scarpe che ti stanno di incanto Se questo accordo fa vibrare il mondo, lo senti è inutile ma è troppo bello Non scatteresti più fotografie, se non per ricordarti quel che devi fare Non mangeresti più per stare con qualcuno, ma solamente perché hai fame Non viaggeresti più, se non per arrivare, e tutto quello che sta tra la partenza e il traguardo Lo perderesti di vista come quel tale, che per soldi ha venduto il suo tempo a un altro E non potresti avere voglia di lamponi, non fisseresti più la luce dei lampioni Che nella notte oltre che illuminar le strade ci ricordano che non siamo mai soli Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso Pure la banda di suonare, e non potresti più cantare E non potresti fare a meno di notare, che senza musica tutto è più vuoto Che senza storie inutili da raccontare, che senza la tua pelle, mi manca il fiato Che senza la domenica mi sento solo, che senza le vertigini non spicco il volo Che senza la potenza di certe canzoni non sarebbero possibili, le rivoluzioni E ho fatto un giro su me stesso, solo perché lo avevi chiesto Da li ho capito che invertire il senso qualche volta ha senso lo stesso Da lì ho capito quello che dicevi, anche se non stavo ascoltando Da lì ti ho vista che mi sorridevi, e fuori che stava piovendo Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso
4.
Una tana 02:32
E sono alberi che corrono veloci sulla mia destra io che conto i minuti che aspetto di ritrovarti immobile punto e basta che se fossi restato con te, tu non avresti mai di certo preferito la nostra storia a un nuovo invito così per scrupolo mi son fatto da parte, ho messo in tasca le mie carte Mi sono innamorato di te, ed è banale lo so già ma ormai ho dimenticato tutto quanto ho imparato e ora mi sento come un animale, che trova nel tuo odore una tana, una casa E avevo preparato tutto quanto, avevo appeso alle pareti solo i quadri più leggeri nel caso in cui poi fossero caduti nel cadere, per la botta, non perdessero i colori e avevo già visto persino la strada tortuosa per casa mia ma poi ho incontrato te ed ho smesso di sognare perché ho cominciato a vivere e così sia Mi sono innamorato di te, ed è banale lo so già ma ormai ho dimenticato tutto quanto ho imparato e ora mi sento come un animale, che trova nel tuo odore una tana, una casa
5.
E adesso provo a usare solo le parole le note stavolta le lascio a chi sa cantare mi stendo comodo su questi suoni che rimbalzano tra le pareti e portano i pensieri su pianeti in orbita tu invece cominci a saltare, cominci a capire che non c’è un inizio e una fine nemmeno un confine tra quello che vedi e quello che puoi immaginare come quando da piccolo, chiedevi risposte ai cani e alle piante mentre adesso le cerchi al telefono, ascolti distratto da un autoparlante cinese che hai comprato da un Senegalese su una spiaggia in Sardegna ma fuori stagione che sai si sta meglio che l’aria è più fresca ed il mare è comunque turchese e ti senti confuso? qualche volta ti senti anche perso? ma ti pare normale poter trattenere in un pugno l’intero universo? ma ti pare che ancora, abbia senso studiare parole a memoria? accettare che meno esperienza significhi meno considerazione? non ti senti coglione, e non ti vedi truffato? a guardare la stessa serie, la stessa sera, con lo stesso cane e per di più hai pagato È che avevo iniziato a parlare ma senza intenzione polemica poi ti ho visto arrivare, mi sono spaventato, mi è scesa a terra la mandibola non parliamo di me, che riciclo le frasi degli altri e la sera, da solo, mi sento un eroe con la penna e combatto nemici distanti che “distante” non è solamente un concetto, ma piuttosto una forma mentale è che a forza di stare distanti pensiamo di avere sempre ragione ci guardiamo allo specchio, e sappiamo di avere ragione poi parliamo da soli, e crediamo di avere solo ragioni. “Quella storia è talmente distante, che comunque non può toccarmi” quante volte hai pensato sta frase, quante volte nei panni degli altri quante volte negli anni hai provato davvero a cambiare qualcosa o hai lasciato piuttosto che fosse qualcosa a cambiarti? Qualcosa cambiare te
6.
Il sogno 03:01
Eravamo cambiati, eravamo cresciuti noi portavamo due maschere una da lupo, una da cinghiale Tu non avevi più soldi, io non riuscivo a seguirti ma sapevamo entrambi benissimo, da che parte andare E non avevamo più i confini, e non avevamo più un domani e non avevamo più nemmeno le mani con cui trattenerli io che ero sempre in ritardo, a te bastava uno sguardo ma sapevamo anche senza dircelo, da che parte stare Ed eccoci a cercare un’aldiqua in questa notte piena d’aria Ed eccoci a decidere che il tempo che verrà sarà una storia che continua Eravamo vicini, anche quando stavamo distanti lo siamo stati anche quando han provato a convincerci, che eravamo già grandi Io che ero senza memoria e tu, odiavi proprio la storia ma sapevamo entrambi benissimo, cosa ricordare E nelle scarpe avevamo parole, e frasi da costruirci correndo ad ogni ostacolo un salto, l’aria, il vuoto poi di nuovo il cemento Io che ero senza ammortizzatori, tu da sempre attenta a non pestare fiori lo sapevamo anche senza dircelo Ed eccoci a cercare un’aldiqua in questa notte piena d’aria Ed eccoci a decidere che il tempo che verrà sarà una storia che continua
7.
E finalmente hai tutto quanto il necessario per poter restare qui da noi Abbassa il tono della voce ma ad orari ben precisi puoi gridare quanto vuoi E prendi pure ma, lo sai la scelta è limitata È quello che guadagni a stabilire quel che sogni, quel che puoi volere E puoi guardare il sole tramontare anche alle quattro di mattina Fare la spesa mentre stai ancora nel letto con i minuti che hai messo da parte prima Tuo nonno aveva solo un modo, a te, li diamo tutti in un secondo Se riesci a non perdere il ritmo e a non rallentare Che più pretendi e meno fai, e più ti chiudi dentro i fatti tuoi Più sei convinto non sia tua la colpa E più produci e meno dai, e più ti perdi in mezzo ai fatti tuoi Più sei sicuro non sia tua la colpa E se hai bisogno di un nemico con cui scontrarti quello te lo offriamo noi Potrai combatterlo, vederlo abbattersi, sfogarti su di lui Puoi scegliere persino da che parte stare, puoi stare zitto e non fiatare Puoi metterti comodo o appenderti in bilico Che più pretendi e meno fai, e più ti chiudi dentro i fatti tuoi Più sei convinto non sia tua la colpa E più produci e meno dai, e più ti perdi in mezzo ai fatti tuoi Più sei sicuro non sia tua la colpa
8.
19919 03:10
Non riesci più a capire le parole Non riesci più a distinguerne il sapore Se non insisti più, che cosa resta? Soltanto un’altra giostra senza festa. E sono tutti attenti alla direzione E stanno tutti pronti in posizione Ma se ci pensi a volte è più importante il come Perché è più facile parlare che ascoltare Perché è più facile cambiare spesso posizione Perché è più facile tenere duro e basta Ed è quasi impossibile evitare la contraddizione Ed è difficile imparare ad annoiarsi Ed è più comodo lasciare agli altri Ma a volte comodo vuol dire schiavo A volte una farfalla può sembrarti un drago... Ma qui c’è già chi ti saprà insegnare A costruire pesci con la legna A calcolare l’area di un quadrato Soltanto dopo aver fumato un po’ E c’è chi dolce ti saprà guardare Con gli occhi belli e calmi di una nonna Chi con il suo entusiasmo ti offrirà un bicchiere E ti racconterà di nuovo tutta la tua storia C’è chi ti morderà, ma poi farà le fusa Chi ti preferirà persino alla sua motosega C’è chi ti vizia già vestendoti di rosa Chi fa due volte colazione nell’attesa

about

Questo disco non è un concept. Si tratta di una selezione di otto canzoni scritte, registrate e prodotte tra il 2019 e il 2023.
In questo arco di tempo fortemente caratterizzato dalla pandemia globale, mi sono ritrovato a scrivere molte canzoni senza avere un piano preciso su ciò che avrei voluto farne, e soprattutto senza alcun condizionamento autoimposto e senza una precisa, apparente direzione.
L’unica cosa che sapevo era che volevo tornare a scrivere concentrandomi molto sulla musica, oltre che sui racconti. Volevo ritornare a giocare con gli arrangiamenti e non impormi vincoli nel cercare di raccontare le mie storie.
Difatti assieme alla scrittura delle canzoni ho da subito iniziato a lavorare sui loro arrangiamenti nello studio di casa, utilizzando le mie chitarre e sperimentando con qualunque strumento mi passasse per le mani.
Mi sono ben presto reso conto che ogni canzone aveva una propria e precisa identità e che ciascuna storia, per essere raccontata, aveva bisogno di suggestioni diverse.
Una volta registrati in autonomia i provini di circa venti canzoni mi sono fermato e le ho lasciate in una cartella, a decantare.

Dopo qualche mese, decido di riascoltarle, e rimango colpito da alcune di queste. Sono otto storie, una diversa dall’altra. Decido di portarle a termine e di raccoglierle assieme in un disco.
Nel frattempo, l’emergenza pandemica inizia a calare e così ricomincio a collaborare con vecchi e nuovi amici che mi aiutano, ognuno attraverso le proprie capacità e il proprio gusto, a finalizzare i miei provini e farli diventare le canzoni di questo disco.
Anche in questa fase non mi sono imposto limiti di sorta e ho collaborato con chi, a seconda della necessità di ogni racconto, avrebbe avuto il piacere e la giusta sensibilità per aggiungere un tocco in più a ciò che io avevo già imbastito.
Ecco che alcune canzoni sono state prodotte nuovamente, sulla base dei miei provini, assieme all’amico musicista Tomaso Delfino, alcune sono state arrangiate e registrate dal produttore milanese Massimo Caso, ed altre sono rimaste tali e quali alle mie bozze, con l’aggiunta del basso di Damiano Ferrando e il lavoro di missaggio di Daniele Mandelli.
È nato un disco dalle sonorità molto eterogene, composto da otto storie, unite assieme dalla volontà di essere raccontate per quello che sono, con sincerità e passione.
Il titolo del disco, “A quello che vedo non credo per niente”, è una frase contenuta in “Due come noi”, la canzone che apre il disco.
Ho trovato questa frase molto interessante, perché racchiude in sé alcuni concetti semplici, ma molto importanti: mai fermarsi alla superficie delle cose, guardare la realtà buttando via i filtri, e ascoltare e credere sempre a ciò che si prova.
La copertina del disco è una fotografia scattata a Noli (SV) da Luca Parodi ed è nata un po’ per caso in maniera quasi involontaria, durante una sessione di shooting di un video promozionale che avrebbe dovuto essere di supporto ad un singolo.
Il video in questione non è mai uscito ma, scartabellando nell’hard disk qualche settimana dopo aver deciso il titolo del disco, ho trovato quest’immagine e l’ho pensata perfetta per supportare il titolo che avevo scelto.

credits

released April 12, 2024

• Etichetta: L’Alienogatto
• Distribuzione fisica: Lapop
• Edizioni: Radiocoop edizioni, MW edizioni
• Produzione: Edoardo Chiesa, Tomaso Delfino, Massimo Caso
• Hanno suonato: Edoardo Chiesa, Tomaso Delfino, Massimo Caso, Damiano Ferrando, Amedeo Bianchi
• Recording: Edoardo Chiesa, Tomaso Delfino, Massimo Caso
• Mix: Tomaso Delfino, Massimo Caso, Daniele Mandelli
• Mastering: Giovanni Versari, Marco D’agostino

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about

Edoardo Chiesa Varazze, Italy

Edoardo Chiesa nasce nel 1985 e da quando ha dieci anni studia chitarra prima classica e poi moderna.Approfondisce il linguaggio del rock, del blues e del jazz con il maestro Marco Cravero. Dal 2011 insegna chitarra moderna.
La sua passione per la musica cantautorale e per i racconti di ogni genere lo portano a centrare il suo interesse verso il songwriting.
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